ABBAZIA DI RAMBONA     

Associazione Nazionale Carabinieri - Sezione di Pollenza (MC)

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LA RIAPERTURA DELL’ABBAZIA

DI RAMBONA: ALCUNE NOVITÀ

LEGATE AGLI ULTIMI RESTAURI.

 Chi non conosce l’Abbazia di Rambona, a circa 3 Km. dal centro storico di Pollenza? Edificata dai benedettini nell’898 d.C. grazie alla generosità dell’Imperatrice Ageltrude, fu inizialmente dedicata ai Santi Flaviano, Gregorio e Silvestro. Successivamente, dal 1300, alla Vergine Assunta, con il nome da Santa Maria di Rambona.

Della antica chiesa abbaziale rimangono oggi il Presbiterio, ampiamente rimaneggiato, le caratteristiche Absidi e la Cripta.

Nel Presbiterio, trasformato in chiesa rurale, sono custodite le spoglie di Sant’Amico, abate di Rambona vissuto intorno al mille. Esso conserva le absidi semicircolari e gli agili pilastri a fascio di colonne quadrate. Vi si trovano affreschi del XV e XVI secolo, che ricordano la Scuola Umbra.

Al lato est le tre Absidi, raro esempio di architettura preromanica con influssi longobardi, sono decorate con lesene semicircolari in pietra. Presentano finestrelle a strombo con arco variato in pietra.

Abbazia di Rambona - Le Absidi

La Cripta è unanimemente considerata uno dei gioielli più sconvolgenti ed affascinanti dell’arte paleocristiana. Vi si accede da una porticina al lato sud, al fianco della quale una lastra di travertino, recante la scritta “Anno 1944 – Signore salvaci, ci perdiamo”, lì collocata da Giuseppe Fammilume, colpì tanto profondamente lo scrittore Salvator Gotta da farla divenire il titolo di un suo romanzo. Della stessa ampiezza del Presbiterio, è suddivisa in cinque navate. L’altare, dinanzi all’abside centrale, è formato da una lastra di travertino poggiata su una colonna sovrastata da un capitello corinzio. Gli affreschi,databili tra il XV ed il XVI secolo, risentono degli influssi dei Salimbeni. Le dodici colonne, che con due pilastri e sei semicolonne ne sostengono la volta, hanno disposizione asimmetrica, diversa altezza e diversi capitelli. Sono di materiale eterogeneo e risalgono all’epoca romana. Nella cripta sono raccolti numerosi frammenti ellenistico – romani e medioevali, per la maggior parte rinvenuti in loco nel corso dei molti restauri succedutisi nel tempo.

Lo storico monumento è comunque tornato agli onori della cronaca al termine degli ultimi recenti restauri, che hanno portato alla sua riapertura al pubblico.

Abbazia di Rambona - La Cripta

A seguito dei lavoro effettuati a cura della Soprintendenza di Ancona, nei muri del presbiterio sono apparsi infatti i resti di muri portanti del IX secolo con vestigia di tre absidi originarie molto arretrate rispetto alle attuali. Il che significa che la chiesa originaria era di lunghezza inferiore a quella finora ipotizzata. Dai muri ottocenteschi tra la canonica e la villa adiacente, sono emerse inoltre due serie di finestre esterne, che fanno pensare ad una chiesa abbaziale ad una sola navata, anziché a tre come si pensava in precedenza. Nello strato più basso, sono stati infine rinvenuti i segni di un tempio pagano sacro alla fertilità. Probabilmente una “Ara Bona”, da cui poì derivò il termine “Rambona”.

Per illustrare queste novità, nel Presbiterio è stata allestita una interessante mostra.

 

Giuseppe Di Modugno

 

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