LA BATTAGLIA DI            CANTAGALLO   

Associazione Nazionale Carabinieri - Sezione di Pollenza (MC)

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I LUOGHI DELLA BATTAGLIA

DI CANTAGALLO

L’evento e la sua importanza.

 Il 2 e 3 maggio 1815, nei territori di Macerata, Pollenza e Tolentino, fu combattuta una sanguinosa battaglia. Nel corso di essa l’esercito napoletano dovette soccombere di fronte alle forze austriache. Fu uno scontro tremendo, che vide contrapporsi da un lato un’armata guidata personalmente da Gioacchino Murat, Re di Napoli e cognato di Napoleone Buonaparte, e dall’altro quella comandata dal Feldmaresciallo Barone Federico Bianchi, condottiero di nome italiano e padre comasco, ma di preparazione militare e fede politica assolutamente asburgiche.

Il cruento scontro, variamente denominato dagli storici “Battaglia della Rancia”, “di Tolentino”, “di Monte Milone”, “di Macerata”, “di Pollenza” e “di Cantagallo”, è certamente l’avvenimento storico più importante mai verificatosi nella provincia di Macerata.

Infatti, nonostante il suo esito sfortunato - fu definita “la prima Novara d’Italia” – per i napoletani di Re Gioacchino, proprio nel nostro territorio provinciale prese il via il Risorgimento, che doveva portare nel 1861 all’Unità d’Italia. Ma cominciamo dall’inizio.

Dopo alcune scaramucce avvenute il 1 maggio, la battaglia vera e propria iniziò il 2, con combattimenti al Boschetto Ricci di Sforzacosta, all’Osteria di Monte Milone e alla Rancia, nonché aspri scontri a Cantagallo, con esito alterno. Verso sera, i napoletani erano riusciti a far arretrare le linee austriache verso Tolentino.

Il 3 maggio, alle 7 del mattino, diradatasi la fitta nebbia che impediva ogni visibilità, Murat ordinò l’attacco, dirigendo le sue truppe da Casa Sileoni, in cima al colle di Cantagallo, che divenne la chiave della battaglia. Bianchi, invece impartiva i propri ordini da Casa Benadducci, in contrada Salcito.

Tre erano le direttrici dello sforzo napoletano: Cantagallo, la Rancia e la Piana di Rambona.

Alle 11 Gioacchino ordinò l’attacco generale alle pendici della collina di Cantagallo, mentre altre truppe avanzavano nella pianura oltre la Rancia e il Rotondo, conquistando il Casone in contrada Cisterna. Era in attesa della Divisione Lechi, che doveva giungere da Petriolo. Ma Lechi era in forte ritardo, e Murat ordinò ai suoi di ripiegare su Monte Milone. A Cantagallo ci fu uno scontro sanguinoso, con ingenti perdite da ambedue le parti.

Nonostante alcuni gravi errori, come ad esempio la disposizione in quadrati su un terreno fangoso ed in pendenza, sembravano infine prevalere i murattiani, mentre sulle colline delle Entogge compariva finalmente Lechi. Bianchi pensava già di ritirarsi, e a Tolentino si era ormai sparso il panico…. Ma ecco che arrivarono due messaggi dall’Abruzzo e da Napoli, che fecero decidere al Re di ritirarsi. I suoi ordini vennero però eseguiti con ritardo o addirittura stravolti.

Gli eventi incalzavano. Così, come neve al sole, l’armata che aveva fatto tremare tanti nemici si dissolse in poco tempo. Noi ci fermiamo qui. Gli ulteriori avvenimenti videro infatti Murat dirigersi verso Civitanova e quindi verso il Sud dell’Italia. Gioacchino perse il regno, e poi la vita nel tentativo di riconquistarlo. Dopo qualche mese, tentò infatti uno sbarco in Calabria e, dopo essere stato catturato, fu fucilato al termine di un processo sommario.

  

I luoghi della Battaglia

 Diceva un vecchio detto popolare: “Tra Macerata e Tolentino finì Re Giocchino, tra Chienti e Potenza finì l’indipendenza”. Noi, per dovere di verità storica, potremmo dire oggi, “tra Macerata, Tolentino e Pollenza”. Infatti gli scontri di quel lontano maggio si svolsero in una zona molto vasta della Provincia di Macerata, nel territorio di tre grossi Comuni (Macerata, Pollenza e Tolentino) e coinvolgendone indirettamente moltissimi altri (Treia, Urbisaglia, Petriolo, Colmurano, Monte San Giusto, Corridonia, Morrovalle, Montecosaro, Civitanova, Serravalle, Camerino, Cingoli, Sarnano, Recanati e San Severino).

 Macerata. Capoluogo del Dipartimento del Musone, ospitava il Quartier Generale del Re di Napoli a Palazzo Torri. Le truppe napoletane erano accampate tra Macerata e Monte Milone, tra Collevario e Colletorri, tra le Vergini e la Pace, e tra i Cappuccini, Santa Maria della Fonte e Piediripa. Avamposti napoletani erano dislocati anche a Sforzacosta. Si combatté soprattutto nella zona del Boschetto Ricci intorno a Villa Ciccolini, al vecchio Molino Ciccolini di Piediripa, nei pressi dell’Osteria di Sforzacosta ed al Trivio tra Sforzacosta e la strada verso Urbisaglia e Sarnano. Scontri si svolsero anche alle Vergini, però successivi alla battaglia vera e propria, allorché l’esercito napoletano iniziò la ritirata verso il mare, e lungo la cosiddetta Carrareccia.

  Pollenza. (che si chiamava Monte Milone) Più volte persa e riconquistata dai due eserciti contrapposti, visse nel proprio territorio, soprattutto a Cantagallo, tremendi scontri. Combattimenti si verificarono anche sul Colle della Croce, al Trebbio, a Santa Lucia, nel Parco di Villa Lauri, sul Monte Franco, sul Colle Malapiuma, in contrada Molino, a ridosso delle mura cittadine, a Palombarette, Gagliano, Rote di Chienti, Castelletta e Rambona. Murat pose il suo stato Maggiore a Casa Nisi-Monachesi. Diresse le sue truppe da Casa Sileoni. Caserma napoletana era l’Osteria del Monte Milone, così come il Convento delle Clarisse, mentre l’Ospedale cittadino offrì cure ed asilo ai feriti. Prima della battaglia, gli austriaci avevano occupato la città e si erano insediati nel Palazzo Municipale. Truppe erano accampate sul Colle della Croce e sul Colle. A Cantagallo c’è l’Ossario dei caduti della battaglia ed una chiesetta per ricordarli.

 Tolentino. Sede del comando austriaco, con Bianchi ospite di palazzo Bezzi- Parisani e quartier generale nel Torrione di San Catervo. L’esercito era accampato nella vasta pianura tra la città ed il Castello della Rancia. Aspri combattimenti si svolsero intorno al Castello, al Casone, sui piani della Cisterna, al Rotondo, Col Maggiore, Salcito, Campino, Col Bamboccio ed Amadio. Bianchi diresse lo scontro da Casa Benaducci, in contrada Salcito. Ossari sono a Salcito e al Rotondo.

Monte Milone (oggi Pollenza) - La collina di Cantagallo nel pomeriggio del 3 maggio: sono visibili i quadrati napoletani nella fase culminante della Battaglia.

 

Ricapitolando, elenchiamo i luoghi e le contrade interessate, dividendoli per Comune di appartenenza:

 MACERATA (Contrade o frazioni)

Sforzacosta, Boschetto Ricci, Colle Torri, Collevario, Vergini, Pace, Trivio tra Sforzacosta e la strada verso Urbisaglia e Sarnano, Pieve, Santa Croce, Santa Maria della Fonte (dove è il Cimitero), Convento di San Francesco (dove è il Palazzo degli Studi), le Cortine Basilj (tra Santa Lucia e la Stazione), dell’Avv.to Pantaleone Pantaloni (sotto le Vergini), di Palmuccio Palmucci (a Colleverde), la Strada Carrareccia, Piediripa.

(Edifici)

Palazzo Torri, Villa Ciccolini, Osteria di Sforzacosta, Molino Ciccolini, Chiesa delle Vergini, ex Convento dei Cappuccini (oggi Ospedale Civile), Porton Pio (o Porta Pia o Tre Porte, odierna Piazza Vittoria), Mura di San Lorenzo (davanti alle Giuseppine), Torrione delle Orfane (a Porta Convitto), Casa Pianesi (sopra la Stazione), convento dei Domenicani (oggi Convitto Nazionale).

 POLLENZA (Contrade o frazioni)

Cantagallo, Colle della Croce, Trebbio, il Colle, Santa Lucia, Rambona, Monte Franco, Palombarette, Gagliano (oggi Vaglie), Rote di Chienti (oggi Piane di Chienti) Osteria di Monte Milone (oggi Stazione di Pollenza o Pollenza Scalo), Malapiuma e Castelletta.

(Edifici)

Casa Sileoni, Chiesa della Madonna della Pace, Casa Nisi-Monachesi, Villa Lauri e circostante Parco, Torre Molino sotto Monte Franco, mura cittadine, Abbazia di Rambona, Osteria di Monte Milone o di Chienti, Ospedale, Palazzo Municipale, Convento delle Clarisse, Casa Massi (nel quartiere S. Andrea), chiesa ed Ossario di Cantagallo.

 TOLENTINO (Contrade o frazioni)

Piani della Cisterna, Rotondo, Colmaggiore, Salcito, Campino, Amadio, Col Bamboccio, Colli Vasari, Piana della Rancia.

(Edifici)

Palazzo Bezzi-Parisani, Torrione di San Catervo, Castello della Rancia, Casone Parisani, Chiesina della Cisterna, Casa Benadduci, Convento di Santa Caterina, Ospedale di San Salvatore, Ossari del Rotondo e di Salcito.

 Giuseppe Di Modugno

 

Il teatro della battaglia (zona tra Macerata e Tolentino), dal "Carta Topografica dello Stato della Chiesa e del Gran Ducato di Toscana ecc." Vienna 1815, riprodotta nell'interessante volume "La Battaglia di Cantagallo" del Gen. Pietro Manzi pubblicato nel 1962 a cura del Comune di Pollenza.

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